Mercoledì, 27 agosto 2025 09:22:56
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LA SICUREZZA NON E’ UN COSTO: TORNARE A CASA DEVE ESSERE UN DIRITTO E NON UN RISCHIO

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Intervento integrale di Pier Luigi Ledda, Segretario Generale CISL Sardegna pubblicato oggi sul quotidiano l’Unione Sarda.

Ogni numero racconta una storia di dolore. Dietro le statistiche sugli infortuni ci sono volti, famiglie, comunità che piangono i loro cari. In Sardegna, nel 2024, l’incidenza degli infortuni mortali ha raggiunto 46,8 ogni milione di occupati, con un incremento del 50% rispetto all’anno precedente e ben oltre la media nazionale di 34,1. Un primato drammatico che colloca la nostra regione tra le più pericolose d’Italia per chi lavora.
Questi dati, elaborati dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering su fonti INAIL, segnalano che la sicurezza resta un’emergenza strutturale. E purtroppo il 2025 non ha invertito la rotta: nei primi sei mesi dell’anno, in Italia, si contano già 502 morti sul lavoro (+7% sul 2024), di cui 357 in occasione di lavoro, con un forte aumento anche nei casi in itinere. L’indice di incidenza medio nazionale resta alto, a 15,1 morti ogni milione di occupati, confermando che la piaga continua a colpire.
La Sardegna paga un prezzo altissimo. Settori come edilizia, agricoltura, trasporti e logistica sono i più colpiti, complice la precarietà, la scarsa formazione e la carenza di controlli. Ancor più vulnerabili risultano gli over 65, i giovani neoassunti e i lavoratori stranieri, che, secondo INAIL, subiscono un’incidenza doppia rispetto agli italiani.
La sicurezza non è un costo: è un investimento sul futuro, un diritto e un valore civico. È per questo che la CISL ha lanciato la campagna nazionale “Fermiamo la scia di sangue”, con un manifesto in dieci punti programmatici che chiede un cambio di rotta radicale. Tra le proposte: un Patto di responsabilità tra parti sociali, imprese e istituzioni; l’introduzione di un sistema di qualificazione delle imprese; la riforma della formazione obbligatoria; il potenziamento degli organi ispettivi; la valorizzazione della rappresentanza sindacale per la sicurezza; e l’eliminazione delle franchigie INAIL a favore di più investimenti in prevenzione, innovazione e ricerca.
Questo disegno nazionale trova nella Sardegna un terreno di applicazione concreta attraverso il Patto di Buggerru, siglato da CGIL, CISL e UIL insieme alla Presidente della Regione Alessandra Todde. Un documento che non è solo un accordo, ma un impegno politico e sociale dal forte valore simbolico: nasce a Buggerru, teatro dello sciopero del 1904, quando i minatori insorsero contro condizioni di lavoro disumane, scrivendo una pagina fondamentale della storia del movimento operaio italiano.
Oggi, quel luogo di memoria diventa il punto di partenza per una nuova stagione di dignità del lavoro. Il Patto di Buggerru propone una visione moderna: la sicurezza non come optional, ma come diritto universale e condizione necessaria di sviluppo economico e sociale. È un impegno a rafforzare la formazione obbligatoria, a garantire più ispettori nei cantieri e nei campi, a introdurre incentivi all’innovazione tecnologica per la prevenzione, e soprattutto a potenziare gli SPRESAL (Servizi di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro delle ASL), che rappresentano il presidio sanitario e ispettivo più vicino ai luoghi di lavoro.
La nostra richiesta è chiara: la prossima legge di bilancio della Regione deve prevedere gli stanziamenti necessari a rendere operativi i contenuti del Patto di Buggerru. Non bastano parole o solenni dichiarazioni: senza risorse dedicate, il Patto rischia di restare una promessa incompiuta. Servono finanziamenti certi per la formazione, per l’aumento dei controlli, per il potenziamento degli SPRESAL e per i programmi rivolti ai settori a più alto rischio.
Ogni morte sul lavoro è una sconfitta collettiva. La Sardegna, terra di fatica e dignità, ha il dovere di guidare un cambiamento che metta la persona al centro. Tornare a casa dal lavoro, la sera, dai propri affetti, non deve essere una speranza, ma un diritto garantito a tutti.
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