Martedì, 13 maggio 2025 11:42:30
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Cisl Sardegna: “Senza lavoro stabile non c’è futuro, la Regione ascolti i territori, non le logiche di palazzo”

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“La Sardegna continua a pagare un prezzo troppo alto in termini di disoccupazione, precarietà e divari territoriali. O si cambia rotta, o l’isola rischia di restare indietro per un’intera generazione. La priorità assoluta è una: lavoro stabile e dignitoso per tutti. La politica la smetta con gli slogan e apra un confronto vero con chi rappresenta il lavoro. Un appello che trova pieno riscontro nelle parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha recentemente richiamato istituzioni e parti sociali a un impegno concreto: “Non si può accettare che chi lavora resti povero.” “Noi lo diciamo da anni – dichiara il Segretario Generale della CISL Sardegna, Pier Luigi Ledda – non basta lavorare per uscire dalla povertà. In Sardegna troppe persone hanno un impiego ma non riescono a vivere con dignità. Questo è inaccettabile.”È il messaggio rilanciato dalla CISL Sardegna all’indomani del Congresso regionale. Un invito alla responsabilità e alla visione: serve una strategia strutturata per occupazione, sviluppo sostenibile e coesione sociale”. I NUMERI NON MENTONO Occupazione generale: 55%, tra le più basse d’Italia – Occupazione femminile: ferma al 44% – Disoccupazione giovanile: oltre il 31%- Reddito medio da lavoro: circa 19.200 euro lordi annui, contro i 22.500 della media nazionale – Povertà relativa: colpisce il 22% delle famiglie sarde – Contratti pubblici non rinnovati: oltre 40.000 lavoratori in attesa tra sanità, enti locali e scuola CINQUE EMERGENZE DA AFFRONTARE SUBITO 1.Contrattazione e salari Abbiamo decine di migliaia di lavoratori pubblici con contratti scaduti da anni. Questo è un segnale di disinteresse grave da parte delle istituzioni”, denuncia Ledda. La crescita del costo della vita sta erodendo il potere d’acquisto di famiglie e pensionati. Servono rinnovi, risorse e giustizia salariale. 2. Giovani e donne fuori dal mercato del lavoro Il tasso di NEET supera il 21%. Le donne subiscono il peso del lavoro di cura e del precariato.”Se non ripartiamo dal lavoro femminile e giovanile, lo spopolamento e la fuga dei talenti continueranno. Abbiamo bisogno di servizi, stabilità e opportunità vere. 3. Politiche attive del lavoro: serve un sistema che funzioni La Sardegna ha bisogno di una rete capillare di servizi per l’impiego pubblici e qualificati. La CISL propone: – Rilancio dei Centri per l’Impiego con più personale, orientatori e strumenti digitali – Piano regionale per l’apprendimento permanente – Dote lavoro e voucher formativi legati ai fabbisogni reali delle imprese – Integrazione tra formazione professionale, transizione scuola-lavoro e politiche industriali – Investimenti strategici sugli ITS (Istituti Tecnici Superiori), come ponte diretto tra giovani, innovazione e imprese locali “Gli ITS e la formazione professionale sono una risorsa chiave – afferma Ledda – ma servono finanziamenti stabili, orientamento serio e una rete con le aziende del territorio. Non possiamo permetterci che restino una promessa mancata. 4. Transizione energetica senza lavoro? No, grazie Siamo favorevoli alla transizione ecologica – afferma Ledda – ma dev’essere giusta, condivisa e generare occupazione. Basta impianti imposti dall’alto e progetti che arricchiscono pochi senza ricadute locali. 5. Sicurezza sul lavoro: una vera emergenza sociale Nel 2024, in Sardegna si sono registrate 27 denunce di infortunio mortale. “Ogni morto sul lavoro è una sconfitta per tutti. Abbiamo chiesto e ottenuto il Protocollo di Buggerru. Ora va attuato, senza alibi. UNA NUOVA AGENDA PER LO SVILUPPO: LAVORO, COMUNITÀ, PARTECIPAZIONE La CISL rilancia il Patto per lo Sviluppo e il Lavoro – Agenda Sardegna con otto priorità condivise: – Occupazione stabile e qualificata – Sanità pubblica rafforzata-Transizione ecologica giusta – Industria e energia – Agricoltura e turismo perno del sistema economico – Infrastrutture moderne – Scuola, formazione e innovazione – Fondi europei usati con trasparenza e visione. PRONTI ALLA MOBILITAZIONE “La Sardegna ha tutto per essere protagonista – conclude Ledda – ma serve una politica che ascolti il lavoro e scelga con coraggio. Noi ci siamo. E se non arriveranno risposte, ci faremo sentire. Con determinazione e unità.” La Sardegna non può più aspettare. Il lavoro deve diventare la misura di ogni scelta politica. Non servono parole, servono risultati.La CISL Sardegna continuerà a fare la sua parte: con responsabilità, con proposte, con presenza nei luoghi reali della vita e del lavoro. Chiediamo alle istituzioni di fare lo stesso: ascoltare, agire, garantire. “Non vogliamo scontri, ma non accetteremo più il silenzio. Se le risposte non arriveranno, saremo pronti a mobilitarci. Insieme a chi lavora, a chi studia, a chi tiene viva la Sardegna ogni giorno.