Venerdì, 13 giugno 2025 13:50:58
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Industria: grande preoccupazione per il futuro del settore nell’Isola, serve chirazza e concretezza

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“Accogliamo con favore l’annuncio della Regione sulla volontà di concludere il percorso sul DPCM energia, che rappresenta un passaggio fondamentale per la programmazione energetica della Sardegna. Tuttavia, rimangono molte ombre e forti incertezze su più fronti cruciali per il futuro industriale dell’Isola, ancor più dopo le ultime dichiarazioni dell’assessore Cani alla stampa”. Lo afferma il segretario generale della Cisl, Pier Luigi Ledda, intervenendo sulle principali vertenze industriali in Sardegna

Alla luce anche delle notizie confermate oggi dalla stampa, sulla proroga delle centrali a carbone di Fiume Santo e Portovesme almeno fino a giugno 2026, la CISL Sardegna rinnova il proprio “appello alla chiarezza e all’unità d’azione, esprimendo una preoccupazione forte per il futuro industriale dell’Isola, pur riconoscendo l’importanza di alcuni sviluppi positivi. La proroga delle centrali – sottolinea Ledda – evita un vuoto energetico insostenibile per l’Isola. È una decisione necessaria e condivisibile, ma è chiaro che non può essere un punto di arrivo. Ora servono certezze sui tempi della transizione, sul ruolo delle imprese locali e soprattutto sulle garanzie occupazionali”.

FIUME SANTO

La CISL ha accolto positivamente l’annuncio sulla prossima chiusura del DPCM energia, strumento essenziale per la pianificazione della transizione sarda. Tuttavia, resta il nodo del riconoscimento formale della centralità strategica di Fiume Santo, che – come confermato dal Ministero – non sarà inserita come “strategica” nel testo, nonostante il suo ruolo chiave nel garantire la stabilità del sistema elettrico regionale fino al pieno dispiegamento del Tyrrhenian Link (atteso entro il 2028). “Va riconosciuto che il DPCM, pur senza usare il termine ‘strategica’, apre alla valorizzazione della centrale di Fiume Santo nella programmazione energetica regionale. È un passaggio importante, ma servono atti concreti e una linea chiara sul futuro dello stabilimento e sulle implicazioni occupazionali,” ha commentato la CISL.

CHIMICA VERDE

Il sindacato richiama l’attenzione anche sul progetto di chimica verde a Porto Torres, su cui – nonostante annunci e prime risorse infrastrutturali – non si intravedono ancora piani industriali concreti, né impegni vincolanti da parte degli attori industriali. “Il nord-ovest sardo è strategico, come riconosciuto dallo stesso Assessore Cani. Ma per esserlo davvero, serve che agli annunci seguano investimenti produttivi e nuovi posti di lavoro. Sulle nuove infrastrutture a Porto Torres non possiamo permetterci di restare al palo,” ha sottolineato la CISL.

VERTENZE SULCIS

Resta alta l’allerta sindacale sulle vertenze Portovesme Srl e Sider Alloys, dove proseguono ipotesi parallele e interlocuzioni informali senza esiti concreti. In particolare: Sider Alloys: tra l’attuale proprietà, ancora sostenuta da un pool di banche, e un ipotetico nuovo investitore greco, che però non ha ancora presentato un piano industriale strutturato; Portovesme Srl: si parla di una possibile nuova cordata, ma nessuna certezza sugli interlocutori, né sugli impegni industriali reali. “Serve trasparenza e un confronto vero con il governo. Troppe ipotesi, zero decisioni. È urgente che sia chiaro chi investe, con quali risorse, in quali tempi e con quali ricadute sull’occupazione,” ha affermato il segretario. Su Euroallumina, invece, la CISL riconosce positivamente l’imminente invio del DPCM al Consiglio dei Ministri, ma ribadisce l’urgenza di sbloccare la situazione dei beni congelati e di definire una roadmap certa per la ripartenza dello stabilimento. “Ci sono tutti gli elementi per chiudere il DPCM. Ma senza la riattivazione reale dell’impianto, con il supporto del governo sul piano internazionale, resteremo fermi al palo,” ha spiegato la CISL.

PATTO UNITARIO

La CISL rilancia infine la proposta di un patto unitario tra Regione, sindacati e governo, che dia finalmente stabilità e prospettive a lungo termine al sistema industriale sardo.
“Non possiamo continuare con una gestione disordinata delle crisi. Serve un progetto, serve una direzione, serve responsabilità comune. Il lavoro in Sardegna non può più aspettare”, conclude il segretario Cisl.