Una Maratona per la Pace, con iniziative in tutta l’isola: anche la Cisl sarda aderisce alla campagna nazionale lanciata dalla segretaria confederale Daniela Fumarola, e promuove momenti pubblici di riflessione, preghiera e testimonianza civile, in collaborazione con comunità locali, istituzioni, associazioni e realtà religiose. La prima tappa domani, giovedì 30 ottobre, alle 10, a Sassari, con un seminario sulla comunicazione nonviolenta, nella sede del sindacato. “Sono otto tappe – spiega il segretario generale Pier Luigi Ledda – che compongono un cammino condiviso, che si concluderà lunedì 10 novembre, al Nuraghe Losa di Abbasanta, alle 15, con una grande manifestazione regionale. Parteciperanno delegazioni provenienti da tutta l’isola, rappresentanti delle istituzioni sarde, delle comunità religiose e della società civile. Dopo un corteo verso il Nuraghe e un girotondo simbolico attorno al monumento, segno di unità e fraternità, la manifestazione si concluderà con un momento di riflessione comune all’interno della struttura”.
LE TAPPE DI AVVICINAMENTO
Sassari apre il 30 ottobre, il 31 ottobre sarà la volta di Tortolì, con un momento di riflessione e preghiera per la pace nella Cattedrale Sant’Andrea (alle 17). A Sanluri, Oristano, Iglesias e in Gallura tappe diverse ma nello stesso giorno, il 5 novembre : nel centro del Medio Campidano, alle 15.30, piantumazione simbolica di un ulivo e lettura pubblica di testi per la pace; a Oristano, alle16,“Parco della Pace” ai Frati Cappuccini con messa a dimora di un ulivo e coinvolgimento di istituzioni e cittadini, mentre nella cittadina mineraria, alle 9.30; nella sede della Cisl territoriale, si terrà un incontro sui temi della pace e della coesione sociale, con la partecipazione della Pastorale del Lavoro; infine, la Cisl della Gallura organizza iniziative (piantumazione di ulivi e gesti simbolici di pace) nei principali centri, da Olbia a Tempio, La Maddalena, Palau e Arzachena e tanti altri Comuni. Il 7 novembre, a Cagliari, ci sarà una fiaccolata – “Uniti sotto la bandiera della pace” – alla scalinata della Basilica di Bonaria, con inizio alle 18.30. Il giorno seguente, sabato 8 novembre, iniziativa al Monte Ortobene, a Nuoro, con la marcia per la pace, dalle 10.
RACCOLTA DI FONDI PER LA CROCE ROSSA
“La Maratona per la Pace non è un’iniziativa isolata – sottolinea ancora il segretario Ledda -, è parte di un percorso nazionale che si sta svolgendo in tutta Italia e che culminerà con una grande Assemblea Nazionale a Roma il 15 novembre, per riaffermare che la pace non è mai un dono scontato ma una responsabilità condivisa. Vogliamo dare voce a una Sardegna che crede nella pace, nella convivenza e nella solidarietà. La pace si costruisce giorno per giorno, con gesti concreti, responsabilità e comunità unite”. E come gesto concreto anche la Sardegna sostiene la raccolta fondi nazionale a favore della Croce Rossa Italiana, destinata alle popolazioni vittime delle guerre.”
ANCHE IN SARDEGNA UN SOSTEGNO FORTE ALLA MARATONA DELLA PACE DELLA CISL: 8 EVENTI TERRITORIALI, DI VALORE SOLIDALE E SOCIALE, PER CHIUDERE LA MARATONA SARDA CON L’EVENTO REGIONALE AL NURAGHE LOSA, IL PROSSIMO 10 NOVEMBRE, PRIMA DELL’ASSEMBLEA NAZIONALE IL 15 NOVEMBRE A ROMA.
Una Maratona per la Pace, con iniziative in tutta l’isola: anche la Cisl sarda aderisce alla campagna nazionale lanciata dalla segretaria confederale Daniela Fumarola, e promuove momenti pubblici di riflessione, preghiera e testimonianza civile, in collaborazione con comunità locali, istituzioni, associazioni e realtà religiose. La prima tappa domani, giovedì 30 ottobre, alle 10, a Sassari, con un seminario sulla comunicazione nonviolenta, nella sede del sindacato. “Sono otto tappe – spiega il segretario generale Pier Luigi Ledda – che compongono un cammino condiviso, che si concluderà lunedì 10 novembre, al Nuraghe Losa di Abbasanta, alle 15, con una grande manifestazione regionale. Parteciperanno delegazioni provenienti da tutta l’isola, rappresentanti delle istituzioni sarde, delle comunità religiose e della società civile. Dopo un corteo verso il Nuraghe e un girotondo simbolico attorno al monumento, segno di unità e fraternità, la manifestazione si concluderà con un momento di riflessione comune all’interno della struttura”.
LE TAPPE DI AVVICINAMENTO
Sassari apre il 30 ottobre, il 31 ottobre sarà la volta di Tortolì, con un momento di riflessione e preghiera per la pace nella Cattedrale Sant’Andrea (alle 17). A Sanluri, Oristano, Iglesias e in Gallura tappe diverse ma nello stesso giorno, il 5 novembre : nel centro del Medio Campidano, alle 15.30, piantumazione simbolica di un ulivo e lettura pubblica di testi per la pace; a Oristano, alle16,“Parco della Pace” ai Frati Cappuccini con messa a dimora di un ulivo e coinvolgimento di istituzioni e cittadini, mentre nella cittadina mineraria, alle 9.30; nella sede della Cisl territoriale, si terrà un incontro sui temi della pace e della coesione sociale, con la partecipazione della Pastorale del Lavoro; infine, la Cisl della Gallura organizza iniziative (piantumazione di ulivi e gesti simbolici di pace) nei principali centri, da Olbia a Tempio, La Maddalena, Palau e Arzachena e tanti altri Comuni. Il 7 novembre, a Cagliari, ci sarà una fiaccolata – “Uniti sotto la bandiera della pace” – alla scalinata della Basilica di Bonaria, con inizio alle 18.30. Il giorno seguente, sabato 8 novembre, iniziativa al Monte Ortobene, a Nuoro, con la marcia per la pace, dalle 10.
RACCOLTA DI FONDI PER LA CROCE ROSSA
“La Maratona per la Pace non è un’iniziativa isolata – sottolinea ancora il segretario Ledda -, è parte di un percorso nazionale che si sta svolgendo in tutta Italia e che culminerà con una grande Assemblea Nazionale a Roma il 15 novembre, per riaffermare che la pace non è mai un dono scontato ma una responsabilità condivisa. Vogliamo dare voce a una Sardegna che crede nella pace, nella convivenza e nella solidarietà. La pace si costruisce giorno per giorno, con gesti concreti, responsabilità e comunità unite”. E come gesto concreto anche la Sardegna sostiene la raccolta fondi nazionale a favore della Croce Rossa Italiana, destinata alle popolazioni vittime delle guerre.”
“La Cisl Sardegna accoglie positivamente l’approvazione in Consiglio regionale del DDL 130 sulla formazione professionale, ritenendolo un passo importante per l’adeguamento della normativa regionale ai principi nazionali ed europei e per garantire l’accesso alle risorse del PNRR”. Lo afferma il segretario confederale regionale Mirko Idili. “Come sindacato sottolineiamo l’importanza del provvedimento che affronta il tema dell’incontro tra domanda e offerta di lavoro e valorizza i patti per le competenze come strumento di raccordo tra formazione e mondo delle imprese. Ora, però, la priorità deve essere quella di tradurre il provvedimento in azioni concrete: serve un reale coinvolgimento delle parti sociali nella programmazione, un monitoraggio costante della qualità dei percorsi e un utilizzo efficace delle risorse, a partire dai 40 milioni già destinati al programma FILO Sardegna. Per la Cisl, la formazione deve diventare una leva strategica per lo sviluppo e non un semplice adempimento burocratico. La norma approvata – per Idili – va nella direzione giusta, occorre però l’impegno a una riforma organica di sistema, per questo chiediamo che la bozza della riforma complessiva del sistema formativo, attesa in Commissione entro fine settembre, sia oggetto di un confronto aperto e partecipato. Solo così sarà possibile costruire un vero patto sociale per le competenze, capace di sostenere le transizioni digitali, ambientali e produttive, creando lavoro di qualità e rafforzando la coesione sociale in Sardegna”.
La Sardegna è portatrice di una storia peculiare dentro la Repubblica italiana
ed è chiamata oggi a ridefinire il senso della propria autonomia speciale in un
quadro mutato. L’Italia rivede i suoi assetti istituzionali e l’Europa chiede
coesione e responsabilità di fronte alle sfide della transizione digitale,
ambientale e sociale. L’autonomia, conquistata con lungimiranza, non può
restare un principio scritto nello Statuto ma deve diventare strumento vivo,
capace di ridurre divari e garantire pari diritti.
Le elezioni per gli enti intermedi, le nuove Province e le Città metropolitane
offrono l’occasione per riflettere sul rapporto tra il capoluogo e il resto
dell’isola. Troppo spesso la Regione appare come un centro accentratore,
distante dalle esigenze dei territori e più vicina a logiche burocratiche che a
una reale capacità di programmazione. Ma la Sardegna non è solo Cagliari e
Sassari: è un insieme di territori diversi, di culture e di economie, di zone
interne e costiere, tutte con lo stesso diritto di voce e rappresentanza.
Province e Città metropolitane non devono essere viste come sovrastrutture
ma come strumenti per governare i servizi e coordinare le politiche pubbliche.
Dalla scuola alla viabilità, dal lavoro alla sanità, fino alla tutela ambientale,
questi livelli possono diventare luoghi di prossimità capaci di rispondere ai
bisogni delle comunità. Tuttavia non basta garantire la gestione quotidiana:
serve una programmazione che integri dimensione regionale e locale. La
Regione deve costruire con Province, Città metropolitane e Comuni una regia
condivisa delle priorità, così che le scelte strategiche nascano dall’ascolto e
dall’integrazione delle diverse realtà.
In questo percorso il ruolo delle parti sociali è decisivo. A partire da CGIL,
CISL e UIL, le organizzazioni dei lavoratori e delle imprese devono essere
parte attiva della definizione delle politiche. Non c’è sviluppo senza lavoro e
senza chi lo rappresenta, così come non c’è crescita senza una rete di
partecipazione che tenga insieme istituzioni, imprese e comunità. La
pianificazione regionale non può rimanere astratta ma deve diventare
progetto collettivo radicato nei territori.
Accanto al tema dell’autonomia si colloca la grande questione dell’insularità.
Dopo anni di battaglie, il suo riconoscimento è entrato in Costituzione. Ma
senza atti concreti rischia di restare solo formale. Applicare davvero questo
principio significa garantire equità nei trasporti, nella sanità, nell’istruzione e
nei servizi, significa compensare i costi aggiuntivi che gravano su imprese e
cittadini e che alimentano disuguaglianze. È un passaggio decisivo per
rendere la Sardegna competitiva e per assicurare alle nuove generazioni le
stesse opportunità del resto del Paese.
Il nuovo patto di cui l’isola ha bisogno deve tradursi in scelte chiare:
infrastrutture moderne, lavoro stabile e di qualità, sostegno all’innovazione,
sanità territoriale più forte, valorizzazione dell’ambiente e della cultura,
investimenti nella formazione e nella ricerca. Tutto questo non può essere
affrontato in modo frammentario: serve una visione che unisca istituzioni e
forze sociali in una responsabilità comune.
La sfida è evidente: non basta rivendicare, occorre governare. Non basta
scrivere nelle Carte, occorre tradurre in risultati. Autonomia, insularità e
specialità non sono slogan, ma strumenti operativi di sviluppo e coesione.
Per questo serve un’azione complessiva che coinvolga istituzioni, parti
sociali, imprese e cittadini in un progetto unitario. È il tempo di un impegno
corale che superi divisioni e ritardi, perché il futuro dell’isola non può più
attendere. La CISL Sardegna farà la sua parte con determinazione e
responsabilità, convinta che l’autonomia acquisti senso solo se vissuta come
impegno comune che cammina insieme a equità, solidarietà e
partecipazione.
“La Cisl riconosce l’importanza strategica del Piano Regionale dei Trasporti (PRT) e il merito di voler dotare, finalmente, la nostra regione di uno strumento indispensabile per programmare e realizzare un sistema di mobilità moderno. Tuttavia, riteniamo che il Piano, nella sua formulazione attuale, non esprima sino in fondo l’ambizione necessaria per garantire alla Sardegna una strutturazione infrastrutturale capace di sostenere, negli anni a venire, lo sviluppo, la coesione e il pieno diritto alla mobilità dei cittadini”. E’ la posizione del sindacato, portata oggi all’incontro con l’assessora regionale dei Trasporti, Barbara Manca, dal segretario generale Pier Luigi Ledda e dalla segretaria generale della Fit Cisl Claudia Camedda.
La priorità assoluta, per la Cisl, è la realizzazione di una dorsale ferroviaria sud–nord veloce e moderna, lungo l’asse Sulcis – Cagliari – Oristano – Sassari – Olbia, con innesto su Nuoro da Abbasanta. “Un’infrastruttura elettrificata e a doppio binario, concepita come spina dorsale del sistema dei trasporti, in grado di ridurre drasticamente i tempi di percorrenza, integrare porti e aeroporti, sostenere la logistica merci e garantire coesione territoriale. Rispetto a questa infrastruttura – hanno detto Ledda e Camedda – è indispensabile che la Sardegna chieda al Governo nazionale la predisposizione di un piano di fattibilità, nella prospettiva della sua realizzazione, così come sta avvenendo per le altre regioni meridionali”.
ALTRE PRIORITÀ INDICATE DALLA CISL
L’elenco è lungo: si va dagli investimenti sul Trasporto Pubblico Locale (TPL) alla messa in sicurezza della SS131 e interventi mirati sulle principali strade interne e provinciali (SS129, SS128, SS389, SS291/597, SS195, SS554/bis, asse Olbia–Arzachena–Santa Teresa). Ci sono poi porti e retroporti integrati, con logistica digitale; una rete aeroportuale di sistema (Cagliari, Olbia, Alghero) con accessi rapidi via TPL/ferro e una continuità territoriale stabile e sociale tutto l’anno; un trasporto merci intermodale e sostenibile, con terminali Nord–Centro–Sud e incentivi allo shift ferro–mare; una governance unitaria, con cabina di regia che includa Regione, Governo, RFI, ANAS, Autorità portuali e aeroportuali, insieme alle parti sociali.
Per Pier Luigi Ledda il PRT fotografa i problemi ma non basta, servono poche scelte coraggiose: una dorsale ferroviaria veloce e moderna, strade sicure e una continuità territoriale certa. Chiediamo cantieri veri e tempi vincolanti: ogni investimento deve tradursi in più accessibilità, meno incidenti, più sviluppo”.
“La mobilità – ha aggiunto Claudia Camedda – è un diritto dei cittadini e una condizione per la crescita. Per questo chiediamo investimenti massicci nel TPL: flotte moderne e sostenibili, coincidenze garantite treno–bus, collegamenti rapidi con porti e aeroporti. Su strade come la SS131 o la SS389 serve una svolta immediata in termini di sicurezza e manutenzione programmata”.
Il 4 settembre 2024, nel corso della manifestazione di commemorazione dell’eccidio di Bugger-ru, a cui partecipavano delegazioni di lavoratori da tutti i territori, è stato firmato con la Presi-dente Todde il Patto di Buggerru.
Una scelta chiara, non solo simbolica, che definisce azioni e risposte innovative e di qualità su questo tema drammatico, molto presente nei dibattiti: il dramma dei morti sui luoghi di lavoro e degli incidenti e infortuni. L’accordo prevede un percorso di merito e responsabilità e questo per la Cisl sarda rappresenta un valore che ci pone in sintonia con le politiche della Cisl nazionale.
E’ comunque importante richiamare il valore simbolico della firma nella data del 4 settembre, del luogo e della modalità (una firma in una piazza nel corso di un evento pubblico).
L’eccidio di Buggerru, del 1904, rappresenta una tragedia storica che ha segnato profondamen-te il mondo del lavoro, divenendo un costante monito per la giustizia sociale rivolto alle genera-zioni future in Sardegna e in Italia. Per queste ragioni ideali si è deciso di chiamarlo “Patto di Buggerru”, consapevoli dell’importanza che hanno la conoscenza e l’osservanza delle norme in materia di lavoro e previdenza sociale nella prevenzione degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali.
Con l’accordo si è formalizzato un rafforzamento ed un’innovazione, per la Sardegna, delle pre-visioni delle forme di coinvolgimento e partecipazione delle norme nazionali, avendo una sua na-tura di governance comune e partitaria, tra Regione e sindacati, sulle azioni e sul tema delle ri-sorse.
Lo spirito dell’accordo, richiamato nella parte introduttiva, era ed è quello di articolare una serie di azioni concrete e percorribili, dentro uno schema di parole chiave molto precise; prevenzione, cultura della salute e sicurezza, rafforzamento organici, maggiore ruolo dei rappresentanti della sicurezza e dimensione della bilateralità. Sono stati specificati gli impegni precisi dei soggetti coinvolti, prima di delineare gli organismi di governo e le varie competenze.
E’ importante sottolineare che esso rappresentava e rappresenta una solida cornice, che richie-de passaggi attuativi rispetto alle previsioni. Un accordo di questo valore aveva, però, bisogno di un percorso attuativo che non c’è stato e per questi motivi, nei mesi scorsi e sopratutto oggi, la CISL sarda chiede un recupero immediato della fase attuativa e che la Regione e il Consiglio siano concretamente conseguenti con gli impegni finanziari e attuativi del Patto.
Il 4 settembre 2024, nel corso della manifestazione di commemorazione dell’eccidio di Bugger-ru, a cui partecipavano delegazioni di lavoratori da tutti i territori, è stato firmato con la Presi-dente Todde il Patto di Buggerru.
Una scelta chiara, non solo simbolica, che definisce azioni e risposte innovative e di qualità su questo tema drammatico, molto presente nei dibattiti: il dramma dei morti sui luoghi di lavoro e degli incidenti e infortuni. L’accordo prevede un percorso di merito e responsabilità e questo per la Cisl sarda rappresenta un valore che ci pone in sintonia con le politiche della Cisl nazionale.
E’ comunque importante richiamare il valore simbolico della firma nella data del 4 settembre, del luogo e della modalità (una firma in una piazza nel corso di un evento pubblico).
L’eccidio di Buggerru, del 1904, rappresenta una tragedia storica che ha segnato profondamen-te il mondo del lavoro, divenendo un costante monito per la giustizia sociale rivolto alle genera-zioni future in Sardegna e in Italia. Per queste ragioni ideali si è deciso di chiamarlo “Patto di Buggerru”, consapevoli dell’importanza che hanno la conoscenza e l’osservanza delle norme in materia di lavoro e previdenza sociale nella prevenzione degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali.
Con l’accordo si è formalizzato un rafforzamento ed un’innovazione, per la Sardegna, delle pre-visioni delle forme di coinvolgimento e partecipazione delle norme nazionali, avendo una sua na-tura di governance comune e partitaria, tra Regione e sindacati, sulle azioni e sul tema delle ri-sorse.
Lo spirito dell’accordo, richiamato nella parte introduttiva, era ed è quello di articolare una serie di azioni concrete e percorribili, dentro uno schema di parole chiave molto precise; prevenzione, cultura della salute e sicurezza, rafforzamento organici, maggiore ruolo dei rappresentanti della sicurezza e dimensione della bilateralità. Sono stati specificati gli impegni precisi dei soggetti coinvolti, prima di delineare gli organismi di governo e le varie competenze.
E’ importante sottolineare che esso rappresentava e rappresenta una solida cornice, che richie-de passaggi attuativi rispetto alle previsioni. Un accordo di questo valore aveva, però, bisogno di un percorso attuativo che non c’è stato e per questi motivi, nei mesi scorsi e sopratutto oggi, la CISL sarda chiede un recupero immediato della fase attuativa e che la Regione e il Consiglio siano concretamente conseguenti con gli impegni finanziari e attuativi del Patto.