Dopo oltre dieci anni di commissariamenti, la Provincia di Oristano si accinge a ritrovare una guida politica attraverso l’elezione, da parte degli amministratori locali, del nuovo Presidente e del nuovo Consiglio provinciale.
Si tratta di un passaggio che non può ridursi ad un mero adempimento formale, ma rappresenta invece l’occasione per restituire a questo Ente un ruolo istituzionale pieno, capace di programmare lo sviluppo, coordinare gli enti locali, difendere i diritti dei cittadini e dare risposte concrete alle emergenze del territorio.
Questa elezione, cosi come previsto dalla Legge 56 del 2014, prevede che gli organismi della Provincia vengano eletti dagli amministratori comunali e non dal corpo elettorale, cosi come avviene per quelli della Regione e dei Comuni.
Anche per questo motivo è fondamentale che il rapporto con la società, da parte di chi andrà a governare l’Amministrazione provinciale, recuperi un dialogo con i corpi intermedi.
In questa prospettiva, venendo a mancare lo storico dibattito pre-elettorale, che consentiva anche di accedere ad un confronto con l’opinione pubblica, la CISL di Oristano intende presentare le proprie proposte, chiedendole un impegno chiaro e vincolante da rafforzare successivamente una volta eletto il nuovo organismo provinciale.
Come O.S. riteniamo che la Provincia, debba tornare ad avere un peso reale nelle politiche di sviluppo, con risorse certe ed autonomia decisionale.
La provincia di Oristano infatti vive da troppo tempo una condizione di marginalità che rischia di compromettere il futuro delle sue comunità.
Lo spopolamento, la debolezza economica, i ritardi infrastrutturali e la carenza di servizi essenziali stanno scavando un solco profondo tra questo territorio ed il resto della Sardegna.
È un quadro che non possiamo più accettare come inevitabile, ma che al contrario deve spingere tutti, istituzioni, parti sociali, comunità locali, ad assumere la responsabilità di una svolta.
Come CISL di Oristano, sentiamo il dovere di consegnarle una riflessione ed una proposta. Non si tratta di un elenco di rivendicazioni, ma l’invito a costruire insieme un vero “Piano di Rinascita” Territoriale, capace di restituire dignità e prospettive ad un territorio che ha tanto da offrire.
La sanità è il primo banco di prova. I presidi ospedalieri territoriali soffrono di carenze di personale
e di servizi, con reparti ridimensionati e tempi d’attesa che scoraggiano i cittadini. Troppi anziani e troppe famiglie sono costrette a spostarsi in altre province per ricevere cure adeguate,
sostenendo disagi e costi inaccettabili. È necessario ripartire con decisione da una sanità pubblica di prossimità, che metta al centro le persone e non i bilanci, e che ricostruisca l’asse ospedale-territorio-domicilio, smantellato negli anni da scelte miopi.
Allo stesso modo, l’istruzione e la formazione devono tornare ad essere priorità assolute per il futuro del territorio. La dispersione scolastica, la povertà educativa e le difficoltà di collegare i percorsi formativi alle esigenze del mondo del lavoro, sono fenomeni che non possiamo più tollerare. Servono scuole radicate nelle comunità, capaci di contrastare l’abbandono e di offrire pari opportunità ai ragazzi che vivono nei centri minori così come nelle città. L’università, la formazione professionale e quella superiore devono essere sostenute e valorizzate,
in modo da trattenere i giovani e creare competenze spendibili nel territorio.
È necessario rafforzare il legame tra scuola, ricerca, imprese e istituzioni, così che l’istruzione diventi davvero il motore di uno sviluppo sostenibile ed inclusivo.
Il lavoro comunque rimane la questione centrale.
Troppi rapporti di lavoro si basano su precarietà e stagionalità: un modello che impedisce ai giovani di progettare la propria vita e che alimenta il fenomeno dello spopolamento.
Occorre promuovere occupazione stabile e dignitosa, sostenendo le imprese, in particolare quelle agricole ed agroalimentari, che rappresentano il cuore pulsante dell’economia oristanese. Perché questo settore possa crescere servono infrastrutture efficienti, minori costi energetici, accesso al credito ed una burocrazia meno soffocante.
Sul fronte delle infrastrutture, è urgente superare i ritardi storici che penalizzano cittadini ed imprese. Senza collegamenti adeguati, sia materiali che digitali, ogni prospettiva di sviluppo rischia di restare incompiuta.
Il territorio oristanese deve diventare un importante nodo di connessione e di opportunità, valorizzando la sua posizione strategica e creando le condizioni per attrarre investimenti e trattenere le giovani generazioni.
Non meno importanti sono le sfide ambientali e culturali. Le zone umide, il patrimonio archeologico e la storia giudicale e rurale di Oristano sono risorse uniche che vanno integrate in una visione di turismo sostenibile, capace di coniugare ambiente, agroalimentare e cultura.
L’investimento nella cultura e nelle filiere ad essa collegate può stimolare nuova imprenditorialità, rafforzare l’attrattività del territorio, favorire la permanenza dei giovani ed innescare processi virtuosi di sviluppo local, in grado di contrastare lo spopolamento e di restituire centralità alla provincia di Oristano.
Un esempio concreto arriva dai Giganti di Monte Prama, la cui valorizzazione ha generato un forte richiamo turistico e mediatico, dimostrando come il patrimonio culturale possa trasformarsi in un motore di sviluppo e di rigenerazione territoriale.
La lotta al cambiamento climatico e la gestione responsabile delle risorse idriche e forestali devono diventare priorità, anche come occasione di nuova e qualificata occupazione.
Quelle citate sono alcune delle condizioni necessarie per restituire alla provincia di Oristano il posto che merita. Non periferia dimenticata, ma cuore pulsante di una Sardegna che guarda avanti.
Per questo le chiediamo un impegno chiaro e concreto. Lavorare per un Piano straordinario di rilancio che metta al centro sanità, lavoro, istruzione, infrastrutture ed ambiente.
Non si tratta solo di colmare un divario, ma di restituire dignità, opportunità e futuro a un territorio che ha le capacità e le energie per rinascere, se adeguatamente sostenuto.