Lunedì, 03 novembre 2025 11:23:06
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“DIMENSIONAMENTO E TAGLI ALLA SCUOLA SARDA”

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Oltre il 30% degli studenti sardi non raggiunge i livelli minimi di competenza in italiano e matematica, secondo i dati INVALSI; la dispersione scolastica resta stabile al 17,3%, il 19,6% dei giovani è NEET, cioè non studia e non lavora, e il numero di adulti con scarse qualifiche rimane tra i più elevati d’Italia”.
Così il segretario confederale della Cisl sarda, Mirko Idili, che interviene sulla riduzione delle autonomie scolastiche nell’Isola. “Questi dati – afferma – ci danno la fotografia di un sistema educativo che, nonostante l’impegno quotidiano di insegnanti, dirigenti e personale scolastico, continua a scontare le difficoltà strutturali, geografiche e sociali della nostra Isola”. Il segretario Cisl precisa che “la riduzione delle autonomie scolastiche prevista dal Ministero, comporterebbe per la Sardegna la perdita di nove istituzioni scolastiche autonome, portando il numero complessivo da 232 a 223. Si tratta – sottolinea Idili – di un ulteriore taglio che si aggiunge a quelli già subiti negli ultimi anni e che, se attuato senza correttivi, rischia di indebolire ancora di più la rete educativa e formativa regionale, con gravi conseguenze sulla qualità del servizio scolastico e sulla coesione delle nostre comunità, in quanto si contrappongono le piccole realtà dell’interno alle grandi aree metropolitane”. Proprio in questi giorni si è aperto, nelle province sarde il confronto tra istituzioni, enti locali e parti sociali per valutare la proposta contenuta nelle Linee guida regionali sulla programmazione della rete scolastica 2026/2027. “Come Cisl partecipiamo attivamente a questo percorso e chiediamo che ogni decisione sia il risultato di un confronto trasparente, serio e responsabile, capace di coniugare efficienza organizzativa e tutela del diritto allo studio, nell’ottica di un equilibrio reale tra territorio e qualitàdell’offerta formativa. Riteniamo – sostiene ancora Idili – che la riorganizzazione della rete scolastica non possa e non debba ridursi a una semplice questione numerica, ad un freddo taglio di autonomie scolastiche”. La Cisl chiede, quindi, che la Regione presenti anche per l’anno scolastico 2026/2027 “una richiesta di deroga, come già avvenuto lo scorso anno, così da salvaguardare le autonomie situate nei territori soggetti a forte spopolamento e declino demografico. Serve un vero Patto istituzionale che metta al centro le persone e i territori: le decisioni sulla rete scolastica devono nascere dal confronto tra i diversi soggetti istituzionali coinvolti e le parti sociali. Solo così potremo costruire una scuola vicina ai cittadini, capace di garantire pari opportunità a tutti gli studenti sardi e di sostenere il diritto all’apprendimento come diritto di cittadinanza. Siamo convinti che la tutela del sistema scolastico passa anche dall’esercizio della specialità statutaria della nostra Regione che assegna alla Sardegna competenze primarie e concorrenti in materia di istruzione e formazione. L’articolo 5 dello Statuto speciale riconosce alla Regione la facoltà di adattare le leggi dello Stato alle proprie condizioni particolari, consentendo quindi di modellare le politiche educative in funzione delle esigenze del territorio e della popolazione. Questo principio – conclude il segretario – deve essere per noi una leva politica e giuridica per richiedere al Governo una applicazione flessibile del dimensionamento scolastico, coerente con la realtà sarda e con la nostra autonomia”.




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