Intervento di Pier Luigi Ledda – Segretario generale CISL Sardegna
Alla ripresa autunnale, la Sardegna sarà chiamata a decisioni cruciali. Il tema dell’energia, con l’atteso DPCM energia e il ruolo del gas metano come fonte di transizione, si intreccia con il futuro dell’industria isolana. Sono due facce della stessa medaglia: senza una politica industriale chiara, la transizione energetica non avrà basi solide; senza un sistema energetico sicuro e sostenibile, l’industria non potrà ripartire.
Industria: servono certezze
Le proroghe alle centrali a carbone di Fiume Santo e Portovesme hanno evitato un vuoto energetico insostenibile. Ma non possono essere considerate soluzioni definitive. La Sardegna ha bisogno di una roadmap precisa: tempi della transizione, ruolo delle imprese locali, garanzie occupazionali. Continuare a gestire emergenze senza un disegno complessivo significa rinunciare a costruire futuro.
Sul tavolo restano troppe incognite:
• Portovesme Srl: ipotesi di nuovi investitori, ma nessun piano industriale concreto.
• Sider Alloys: incertezza tra proprietà attuale e possibili nuovi soggetti, ancora senza credibilità.
• Chimica verde a Porto Torres: annunci e prime risorse, ma assenza di progetti vincolanti.
• Euroallumina: si attende il via libera al DPCM e lo sblocco dei beni congelati, ma la ripartenza produttiva è ancora un punto interrogativo.
La Sardegna non può più vivere di annunci. È urgente sapere chi investe, con quali risorse, in quali tempi e con quali ricadute sul lavoro.
Gli incontri a Roma
Da settembre si aprirà una nuova fase di confronto al Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Sarà il momento di verità: non più tavoli interlocutori senza esiti, ma un passaggio che deve produrre impegni vincolanti da parte di governo e aziende.
La CISL chiede che la Regione non si presenti isolata o divisa, ma che vi sia una linea comune con governo e parti sociali. Solo così sarà possibile affrontare con efficacia i nodi che bloccano il futuro industriale dell’isola.
Una nuova politica industriale
Accanto alle vertenze aperte, la Sardegna ha bisogno di guardare oltre l’emergenza. Serve una nuova politica industriale che punti su settori capaci di creare lavoro di qualità e filiere innovative:
• la nautica, collegata alla cantieristica e al turismo di alto livello;
• l’economia circolare, per trasformare rifiuti e scarti in risorse, rafforzando la sostenibilità ambientale e industriale;
• i data center e le infrastrutture digitali, valorizzando la posizione geografica e la disponibilità di energia rinnovabile;
• la manifattura avanzata, con tecnologie pulite e produzioni ad alto valore aggiunto.
Questi settori possono diventare i pilastri di una nuova stagione di sviluppo, se sostenuti da investimenti mirati e da politiche pubbliche coerenti.
Energia: mix e programmazione
Il DPCM energia deve finalmente vedere la luce, dando alla Sardegna un quadro stabile per affrontare la transizione. Il gas naturale rimane una fonte indispensabile di accompagnamento, mentre le rinnovabili devono crescere in modo ordinato, sostenute da reti più forti, accumuli diffusi e programmazione di lungo periodo. L’isola non può rischiare di trovarsi costretta a spegnere le rinnovabili per mancanza di infrastrutture. Serve un mix equilibrato di fonti, che garantisca prezzi sostenibili, continuità produttiva e sicurezza di approvvigionamento.
Un patto unitario
Per questo la CISL rilancia la proposta di un patto unitario che tenga insieme energia, industria e lavoro. Un progetto complessivo che superi frammentazioni e ritardi, dando finalmente alla Sardegna stabilità e prospettive durature.
Il lavoro, la qualità dello sviluppo e la coesione sociale devono diventare le priorità della politica e delle istituzioni.
L’autunno sarà la stagione delle scelte: o si costruisce una visione condivisa, o l’isola resterà intrappolata nelle emergenze. La Sardegna ha risorse e potenzialità straordinarie, ma servono responsabilità, coraggio e chiarezza.
È il momento di dare risposte vere a imprese e lavoratori. Perché la Sardegna non può più aspettare.