Sabato, 26 luglio 2025 21:35:16
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Dal Congresso Confederale CISL una rotta per il Paese: la Sardegna chiama al coraggio.

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La folta presenza della delegazione sarda al Congresso Confederale della CISL, che si è tenuto a Roma dal 16 al 19 luglio scorsi, non è stata un gesto formale. È stata una scelta che pesa, un segnale politico forte: la Sardegna vuole contare e lo vuole fare partendo dal lavoro, vero perno di ogni idea di sviluppo.

Il percorso congressuale, in Sardegna come in tutta la CISL, non è stato un rito da consumare. È stato un cammino autentico, fatto di assemblee, confronti, ascolto. Radicato nei territori e nelle categorie, ha riportato al centro i problemi reali delle persone. Da qui nasce un messaggio netto: servono scelte coraggiose, concrete, urgenti. Non possiamo più vivere di attese e rinvii.

La relazione della segretaria generale Daniela Fumarola ha raccolto e amplificato questo bisogno. Un intervento lucido e denso, che ha saputo unire visione e concretezza, offrendo una bussola per il futuro. Tra i passaggi più forti, la richiesta di una nuova strategia per il Mezzogiorno: non più area da assistere, ma motore di sviluppo nazionale. Il richiamo al Piano Mattei come occasione per riequilibrare crescita e responsabilità, e l’idea di una Zona Economica Speciale che sia strumento reale di attrazione di investimenti e creazione di lavoro, parlano direttamente anche alla Sardegna.

Al Congresso abbiamo portato con forza la voce della Sardegna. Un’isola che non si accontenta dei numeri, ma pretende qualità e dignità. È per questo che il primo nodo resta il lavoro. I dati sull’occupazione mostrano segnali positivi, ma non basta contare i posti creati: dobbiamo chiederci se siano stabili, ben retribuiti, capaci di offrire prospettive ai giovani. Senza una politica industriale moderna, che investa in innovazione, sostenibilità e nelle vere vocazioni produttive locali, rischiamo di costruire sabbia invece che fondamenta.

Le vertenze industriali del Sulcis e di Porto Torres – Portovesme, Sider Alloys, Eurallumina, Matrica – non sono semplici questioni territoriali: sono partite strategiche per l’intero Paese. La produzione di metalli e la chimica verde sono pilastri della transizione ecologica e della coesione nazionale. Accanto a queste sfide, un’opportunità storica: l’Einstein Telescope a Lula, grande infrastruttura scientifica europea che può trasformare l’interno dell’isola in un hub internazionale della ricerca e generare occupazione qualificata.

Secondo nodo: la transizione energetica. La Sardegna è a un bivio. Può subire il cambiamento o governarlo. Ma oggi è ancora l’unica regione italiana senza metano, un ritardo che gonfia i costi per famiglie e imprese e rischia di trasformare la decarbonizzazione in una nuova disuguaglianza. Colmare questo divario non è una concessione: è una priorità nazionale.

Terzo nodo: le infrastrutture. Mobilità, reti digitali, trasporti, acqua, sanità: la Sardegna paga ritardi strutturali che frenano sviluppo e diritti. Nuoro è ancora l’unico capoluogo d’Italia senza collegamento ferroviario; nessuna merce viaggia su ferro. L’insularità, oggi principio costituzionale, deve diventare progetto, investimenti, cantieri.

Da qui la proposta della CISL Sardegna: un “Patto per lo Sviluppo e il Lavoro” che unisca istituzioni, parti sociali e comunità in una responsabilità condivisa. La recente Legge 76 sulla partecipazione apre una stagione nuova: portare la democrazia economica dentro le imprese significa rendere il lavoro più giusto e più forte.

Sul fondo, un valore che attraversa tutto: la pace. In un mondo lacerato da guerre e fratture sociali, la CISL ricorda che non c’è pace senza giustizia, e non c’è giustizia dove il lavoro è sfruttato o dimenticato.

La Sardegna non chiede privilegi. Rivendica il diritto di contribuire di più e meglio al futuro dell’Italia. È questo il messaggio del Congresso di Roma: un invito a scegliere, a costruire, a non rinviare. Perché il lavoro non aspetta. E nemmeno il futuro.

Pier Luigi Ledda
Segretario Generale CISL Sardegna
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